di Giovanna Di Rosa #Maschilismo twitter@gaiaitaliacom #NoMisoginia
Siccome la rete non perdona, e toccherà anche a noi, tornano alla luce capolavori che si credevano perduti, come quell’articolo di Libero del 2011 che avevano titolato, in un provocatorio quanto inutile colpo di genio machista, “Togliete i libri alle donne: torneranno a far figli“. Un tripudio di cultura maschilista ad uso dei lettori del più maschio quotidiano italiano, tramontato il celodurismo de La Padania, elevato a provocazione che più provocazione non si può.
Non ci sarebbe nulla di strano, era il 2011 e non si poteva certo parlare dei miracoli del governo Berlusconi, in carica ai tempi, si doveva per forza (s)parlare di altre cose, altro che di spread al 522,11. Toccava insomma trovare un diversivo e quale diversivo se non dare la colpa a qualcun altro? Ecco così l’articolo ad uso del perfetto maschio di destra maschilista e misogino che avrebbe potuto persino scrivere un Ayatollah, e invece l’ha scritto Libero, o quelli del berlusconismo tutto d’un pezzo. Avercelo, tutto d’un pezzo. Per rimanere nel maschilismo.
Lo stile è il solito, ma non è quello che stupisce, e stupisce ancora meno il contenuto dell’articolo, che è esattamente ciò che ci si aspetta, stupisce che siano passato nove anni e si sia rimasti lì. Ad una destra maschilista e uoma, soprattutto se è bionda, tutta grida, muscoletti e proposte niente, dove o ti virilizzi – come il buon facente funzioni della Calabria insegna – o sei fuori.
Il titolo, provocatorio ad uso dei maschiacci razzisti e contro gli immigrati che fanno più figli (sono anche più fertili, è una verità scientifica, ma non ci si aspetta tanto), funzionale alle barricate di Calderoli, doveva provocare reazioni rispetto alla proposta di legge del tempo sulla cittadinanza i figli degli Immigrati e doveva ovviamente partire da lontano. Da un ragionamento inesistente sulle “braccia per i campi” e i “bastoni della vecchiaia”, per un attacco alla Cassazione e alla sentenza 14123 della prima sezione civile (“L’obbligo di versare il contributo per i figli maggiorenni cessa solo quando il genitore obbligato provi che essi abbiano raggiunto l’indipendenza economica”) e via di questo passo. E lo stile Libero. Mica il crawl.
L’articolo presupponeva una certa ironia – a coglierla, e in perfetto stile Libero che già ai tempi pareva dare mostra di quel certo snobismo intellettuale che rinfacciava alla sinistra salvo scimmiottarla, con meno successo di Vauro, va detto, quasi a farsi forte dell’essere un quotidiano per pochi che son diventati sempre meno, I’m here to tell you.
Quindi la citazione di un ministro britannico, conservatore of course, scomparso dalle carte geografiche, al contrario di certi pregiudizi, il quale sosteneva che più istruzione superiore femminile si traduce in meno famiglie e meno figli.
Certo è comprensibile che una donna colta faccia paura a un maschio che lo sia meno; al pover’uomo non rimane così che chiudere le scuole, sbarrare l’ingresso femminile alle Università, coprire loro la faccia con un velo, chiuderle in casa, impedire loro di parlare, usare la forza bruta, mica quella dell’intelletto che se ne vede poco in giro tra le inutili teste maschili. Una donna colta, ad esempio, potrebbe anche pensare che se il destino del figlio cresciuto dovesse essere quello di scrivere per certi quotidiani, non vale nemmeno la pena metterlo al mondo – parliamo di Gaiaitalia.com Notizie cosa avete capito?
Per dirla seria l’oscurantismo sulla cultura delle donne, che va molto oltre l’articolo che il web ci ha restituito, è lo stesso che praticano gli Ayatollah e francamente avrei vergogna anche soltanto a somigliare da lontano ad una visione del mondo di quel tipo. Certo, io non sono quel tipo di maschio lì. Anche perché sono una donna.
(31 dicembre 2020)
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