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Era tornato a casa con un portafoglio, un mazzo di chiavi e un paio di occhiali non suoi ed era stato invitato dai genitori ad attendere l’arrivo dei Carabinieri che i due avevano chiamato nel timore che il figlio potesse possedere dei beni di provenienza illecita. Per tutta risposta il ragazzo si è armato di una mannaia infliggendosi tre ferite da taglio sull’avambraccio sinistro. “Ora che arrivano i carabinieri dirò che siete stati voi a ferirmi”. Detto fatto.
All’arrivo della pattuglia il giovane, che mostrava tre ferite da taglio all’avambraccio, riferiva agli agenti di aver avuto una discussione con i genitori accusandoli di averlo ferito con un coltello da macellaio che veniva rinvenuto sul divano della sala. La mancanza di tracce di sangue sulla lama veniva giustificata dal giovane con il fatto che il coltello era stato lavato dagli stessi genitori prima dell’arrivo dei militari. La stessa, identica dichiarazione veniva rilasciata anche ai sanitari inviati dal 118 che conducevano il giovane al Franchini di Montecchio Emilia per le cure del caso 8 giorni di prognosi per ferite da taglio all’avambraccio sx). Le dichiarazioni del giovane si scontravano con quelle dei genitori che riferivano di aver chiamato i carabinieri in quanto il figlio dopo essere stato fuori casa per tre giorni aveva fatto rientro con effetti personali non suoi che i due ritenevano potesse averli rubati (peraltro nel recente passato lo stesso giovane è stato denunciato per una rapina ad un invalido).
Alla luce dei fatti i militari di San Polo d’Enza avviavano le indagini riscontrando da subito la ricostruzione lacunosa dei fatti da parte del giovane che peraltro non aveva indicato chi materialmente l’avesse ferito imputando le ferite genericamente a entrambi i genitori, e basandosi sulla dalla forma, profondità e posizione delle ferite rilevate sull’avambraccio, tutte analoghe fra loro e quindi da ricondurre più ad un gesto autolesionistico che a lesioni provocate da terzi.
Incalzato dai Carabinieri, il 19enne ammetteva infine le sue responsabilità e veniva denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia con l’accusa di calunnia.
(5 agosto 2020)
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