L’incontro ormai tradizionale tra la Fondazione I Teatri e gli Amici dei Teatri, cioè i donatori che contribuiscono a sostenerne le attività, è un primo momento in cui, al termine di un anno di spettacoli e alla vigilia del lancio delle nuove proposte 2024 – 2025, si traccia un bilancio e si fanno le prime, attese, anticipazioni.
Le stagioni complete arriveranno dopo la conclusione del Concorso Internazionale per Quartetto d’Archi Premio Paolo Borciani, ai nastri di partenza.
Venerdì sera, alla Sala degli Specchi, il vicepresidente della Fondazione I Teatri, Corrado Baldini e il direttore Paolo Cantù anche a nome del presidente Luca Vecchi e dei consiglieri, Tania Pedroni, Pasquale Versace e Giorgio Zanni hanno snocciolato i numeri, tutti in crescita, della stagione appena chiusa e il raggiungimento, anche quest’anno, di quel salutare equilibrio tra aspetti economici-gestionali e qualità artistica, che fanno di un teatro “un buon teatro”.
Numeri. Emerge il +22%, (rispetto al 2022- 2023) degli abbonati: in tutto 4.258: dato in controtendenza, se si pensa ad un pubblico sempre più abituato a scegliere dove andare e cosa fare all’ultimo istante. In tutto, sono 126.000 le persone che sono passate dai Teatri Municipale Valli, Ariosto e Cavallerizza, grazie alle 650 aperture di sipario totali: quasi due eventi ogni giorno, per tutti i giorni di questo 2023-2024 tra spettacoli, incontri Finalmente Domenica, corsi, visite guidate ed eventi in collaborazione.
Prima di passare alle anticipazioni delle Stagioni, Paolo Cantù ha commentato: I numeri restituiscono la fotografia di un teatro accogliente, in ascolto e aperto agli stimoli e alle sollecitazioni che vengono dalla realtà e con cui un teatro pubblico deve e vuole necessariamente confrontarsi. Lungi dall’essere “il pubblico di domani”, il coinvolgimento dei giovani rappresenta un obiettivo del presente, e su cui la Fondazione I Teatri insiste in uno straordinario lavoro di sperimentazione quotidiana per coinvolgerli, in tutti i modi possibili. Sostenibilità, differenze di genere, inclusione, accessibilità, collaborazioni con soggetti della città e con significative realtà in campo nazionale e internazionale, reti partecipative sono i temi in cui la Fondazione I Teatri è fortemente ingaggiata e sono la testimonianza concreta di quello che vuole essere un teatro pubblico, all’interno di una collettività, in dialogo con i diversi soggetti e in ascolto di ciò che accade appena fuori, oltre le proprie colonne. Perché la cultura, l’arte, il teatro allenano alla complessità del presente e al pensiero critico e sono il più grande antidoto alla scorciatoia delle facili semplificazioni.
Anticipazione spettacoli 2024-2025
Il Festival Aperto, s’inaugura con il pianista cubano Aruán Ortiz e il suo Flamenco Criollo in prima italiana: l’avventuroso mix di flamenco e di folgoranti ritmi che mettono insieme Africa, Spagna e Cuba, tira la volata ad un festival che punta sull’incontro di mondi e condanna lo scontro (Art.11 è il sottotitolo del Festival, con riferimento all’articolo della Costituzione italiana).
Dalla Cina, TAO Dance Theatre, Leone d’Argento alla Biennale Danza 2023, incrocia la tradizione cinese con la danza contemporanea. Dall’Islanda, a dispetto del nome, Emiliana Torrini cantautrice porta in giro il suo ultimo Miss Flower, mentre l’audace collettivo (LA)HORDE, alla direzione del Ballet National de Marseille, ci racconta con uno spettacolo travolgente le passioni, la forza e le fragilità della generazione Z. Tra Stagione di Danza e Festival Aperto, Folkå, in prima nazionale, segna il ritorno dell’acclamato NDT2, assieme al visionario coreografo Marcos Morau, In Notte Morricone, ancora Morau, con il Centro Coreografico Nazionale Aterballetto – con cui si conferma una proficua “alleanza”coproduttiva e progettuale – costruisce uno speciale omaggio a Ennio Morricone.
Proseguono le collaborazioni con Fondazione Palazzo Magnani, con la mostra dedicata a David Tremlett, oggetto di una performance sonora del chitarrista Giacomo Baldelli e di speciali “visite coreografiche” curate da Camilla Monga e MM Contemporary Dance Company e con il Festival Dinamico, con i Chiostri di San Pietro luogo del site specific della Compagnia Quattrox4 ispirato a Calvino.
Il nuovo progetto di Andrea Molino, “Il Popolo Giusto vuole la neve”, commissione del Festival Aperto e in prima assoluta, è un ritratto della città di Reggio Emilia realizzato con i mezzi della composizione musicale contemporanea e del videomaking, che coinvolge realtà significative della vita cittadina, solisti e performer. Mentre nuvolario di Oht / Filippo Andreatta con i Sentieri Selvaggi trasforma in nuvole i respiri del capolavoro di Steve Reich Music for 18 Musicians
Nella Stagione di Opera, George Frideric Händel ci rivela il suo Giulio Cesare, non più fredda statua di marmo, ma un essere umano con la sua interiorità e i suoi sentimenti, interpretati dall’Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone, con la regia di Chiara Muti, mentre al regista Andrea De Rosa è affidata l’opera I Capuleti e i Montecchi, in cui il compositore Vincenzo Bellini riserva la parte di Romeo a una voce di mezzosoprano – Annalisa Stroppa. La Stagione dei Concerti si inaugura con la Mahler Chamber Orchestra, una garanzia che a Reggio Emilia fortunatamente è di casa, diretta da Elim Chan, giovane direttrice d’orchestra impostasi sulla scena come prima donna a vincere l’apprezzato concorso Donatella Flick in Inghilterra e poi entrata nel circuito concertistico mondiale. Pianista di prima grandezza, Hélène Grimaud è un’autentica star di cui si ammirano in particolare le interpretazioni dei grandi compositori classico-romantici così come gli interessi extra-musicali: i lupi, la scrittura, la meditazione, l’attivismo in difesa dei diritti umani: il suo sarà un concerto che non potrà lasciare indifferenti, così come quello – un vero fiore all’occhiello della Stagione – dell’Ensemble Pygmalion, di Raphaël Pichon, impegnato nella Johannes-Passion BWV 245 di Johann Sebastian Bach. La Stagione di Prosa propone un ventaglio di spettacoli tutti caratterizzati da una lettura, o rilettura rispettosa ma contemporanea. Ecco che Lodo Guenzi è il protagonista di Molto Rumore per nulla di Shakespeare, una comicità ironica e d’effetto, mentre la contemporaneità emerge nella terribile realtà di Wonder Woman, di Antonio Latella, che si ispira ad uno stupro di gruppo, fatto di cronaca realmente accaduto. In Ciarlatani, lo spagnolo Pablo Remón, si affida a Silvio Orlando per una divertente satira sul mondo del teatro e del cinema, che diventa anche una riflessione sul successo e il fallimento. Il giovane e talentuoso regista Leonardo Lidi continua il suo viaggio nei capolavori di Anton Čechov con Zio Vanja. In Quando un musicista ride, Elio e la sua band di giovanissimi virtuosi si divertono ad esplorare e reinventare l’immenso repertorio seriamente comico del teatro-canzone. Diretto da Marco Baliani, Andrea Pennacchi indossa la maschera icona della Commedia dell’Arte, Arlecchino, per trasportarla nella realtà del mondo moderno. Stagione Musical. Inagurazione affidata a Neri Marcorè, nei panni del più celebre detective di tutti i tempi, a capitanare un cast di oltre venti performer in Sherlock Holmes. A 50 anni dal debutto assoluto (8 dicembre 1974), torna in scena Aggiungi un posto a tavola.
Il musical Piccole Donne non mancherà invece di far versare fiumi di lacrime alle milioni di donne cresciute con il mito di Meg, Jo, Amy, Beth della famiglia March.
(2 giugno 2024)
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