di Redazione #ReggioEmilia twitter@gaiaitaliacomRE #Cronaca
In qualità di rappresentante legale di un’azienda agricola, ha presentato una falsa dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà richiedendo ed ottenendo dalla Regione Emilia Romagna la concessione di contributi per 64.000 euro, destinati all’avviamento di imprese da parte di giovani agricoltori. Ottenuta l’approvazione con delibera regionale, successivamente alle indagini avviate dai carabinier,i la beneficiaria dei contributi rinunciava a ricevere il contributo non evitando tuttavia di finire nei guai.
I carabinieri della stazione di Fabbrico, che da mesi stavano indagando sul suo conto, con l’accusa di tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, l’hanno comune denunciata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia. Lei è una 40enne imprenditrice reggiana.
Secondo le risultanze investigative condotte dai Carabinieri di Fabbrico la donna con artifizi e raggiri, consistiti nella presentazione di documenti falsi e attestanti cose non vere, commetteva atti idonei e diretti in modo inequivoco, mirati a conseguire indebitamente contributi dalla Regione Emilia Romagna, inducendola in errore, con l’aggravante della determinazione di un danno patrimoniale di rilevante gravità, ammontante a 64mila euro; truffa che non si realizzava per il recesso fatto dalla stessa imprenditrice quando si è vista scoperta. Le indagini dei carabinieri sono state avviate a seguito della denuncia presentata da una dipendente di un ufficio comunale che incidentalmente scopriva che a corredo di un istanza per ottenere fondi pubblici era stata prodotta una certificazione di atto di notorietà che presentava la firma falsa della stessa dipendente. Dalle indagini condotte dai carabinieri emergeva che la firma era effettivamente falsa, che nella data indicata per la compilazione la stessa dipendente non si trovava a lavoro, mancava sia il timbro dell’ufficio che il protocollo informatico e lo stile grafico non risultava essere quello dell’ufficio. Proseguendo le indagini i Carabinieri accertavano anche che, grazie a tale stratagemma, la Regione Emilia Romagna, aveva accolto due analoghe istanze, con le quale una società agricola reggiana aveva ottenuto ben 64.000 euro per aiutare all’avviamento di imprese per giovani agricoltori. Contributi poi non versati per espressa rinuncia dell’imprenditrice reggiana, ormai scoperta.
(30 novembre 2019)
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